Gianluca Sciortino nasce il 12/01/1982 a Roma e, fino all’età di quasi undici anni, vive la vita di tutti i bambini della sua età: va a scuola, con ottimo profitto, pratica lo sport del calcio sognando, come tutti i compagni di squadra, di diventare, un giorno, un calciatore famoso, ed ogni volta che può, segue il padre, impresario teatrale, sul lavoro, respirando, così, musica fin dalla tenera età
La musica accompagna tutta la sua infanzia, fissando nella sua mente e nel suo cuore tutti i momenti più belli e spensierati di quei dieci anni di vita che lui, in seguito, definirà “i miei anni felici”.
Il 9 novembre 1992, in seguito ad una gravissima emorragia cerebrale, cade in coma profondo e resta in questo stato per quarantuno giorni. Fin dal primo giorno il bollettino medico è implacabile: “mancanza di vigilanza e di contenuti di coscienza”. Più il tempo passa, e più la speranza di un suo risveglio diminuisce, soprattutto per la medicina; la madre, però, continua a sperare e a registrare su nastri tutte le voci a lui care, tutti i rumori a lui familiari e tutto ciò che fa parte della sua vita quotidiana, e glieli fa ascoltare, convinta che quegli stimoli sono come un faro sonoro verso cui il figlio si deve dirigere per uscire dal buio che lo circonda.
Pochi giorni prima di Natale, per caso, inserisce nel mangianastri una cassetta di Antonello Venditti e, sulle prime note del ritornello della canzone “Dimmelo tu cos’è” Gianluca, inaspettatamente, ne canta una parte. Il fatto è eclatante e stampa e televisione parlano di “miracolo” della musica, di “miracolo dell’amore”, visto che Gianluca, grazie al lavoro del padre che aveva da poco conclusa una tournèe dell’artista, , aveva passato molto tempo insieme a Venditti, imparando ad amarlo sia come artista che come uomo. Gli anni che seguono, per Gianluca, sono anni di lavoro intenso per recuperare se stesso e, soprattutto, la sua qualità di vita che, data la gravità dell’emorragia e del lungo coma, era stata fortemente compromessa. Pur essendo ancora un bambino, impara a vivere di nostalgia e, sempre più spesso, per allontanare la paura di non riuscire a riappropriarsi della propria vita, per liberarsi dell’angoscia di una vita fatta solo di doveri, e per non sentire il dolore causato dalle numerose terapie mirate al suo recupero, , si rifugia sempre di più nell’ascolto di brani che gli riportano i momenti felici del suo passato e, alla ricerca di questi, ascolta anche musica a lui contemporanea; se in un primo momento gli serve per dimenticare il presente, col passare del tempo scopre che essa è capace di fargli immaginare un futuro migliore. Alle note lega dei pensieri, i pensieri diventano frasi e, alla fine, diventano testi di canzoni che gli danno la forza per continuare a lottare.
Oggi Gianluca, dopo anni di riabilitazione, ha una buona qualità di vita: ha preso il diploma di liceo scientifico presso un’ottima scuola statale; continua la sua riabilitazione fisica, con la speranza di un recupero totale; studia musica e scrive canzoni. La musica, unita alla buona medicina, , fecero il miracolo di riportarlo in vita e la musica, giorno dopo giorno, gli dà la voglia di vivere. L’interesse della stampa e della televisione verso l’evolversi in positivo della sua storia lo ha sempre sostenuto ed incoraggiato perché non l’ha mai fatto sentire solo nella lotta. Ha partecipato a molti programmi: “Medicina 33, Elisir, Porta a Porta, Domenica In, La vita in diretta, Misteri, I fatti vostri, Medicine a confronto”, e molti altri. La sua partecipazione a queste trasmissioni ha portato tanta gente, che vive questo tipo di problema, a rivolgersi a lui ed alla sua famiglia per avere informazioni, aiuto e speranza per cercare di uscire non solo dal buio del coma, ma, soprattutto, dal buio della carenza che va dalla semplice informazione a quella dell’insufficienza delle strutture idonee alla riabilitazione, con conseguente mancanza di terapie immediate, costanti e mirate al recupero. Gianluca, insieme alla sua famiglia, nel suo piccolo, è riuscito ad aiutare molti di quelli che lo hanno contattato e, cercando di fare di più ha fondato anche un’associazione, “Rivivere”, mettendo a disposizione tutta l’esperienza che, suo malgrado, ha dovuto fare. Ultimamente, come noto, Gianluca si è dedicato alla musica, cercando, anche attraverso questa, di continuare a dare un messaggio di speranza; non si sente un cantante, ma un cantautore e, attraverso le sue canzoni, sogna di arrivare al cuore di tanta gente che lo ha sostenuto ed amato, e poter dire loro che dalle difficoltà, dalle tragedie ed anche dalle semplici angosce, si può e si deve uscire.
Il 30 settembre 2004 si è concluso il suo terzo tour con un recital che lo ha portato di nuovo a contatto con migliaia di persone che, durante lo spettacolo, lo spronano sempre ad andare avanti, lo incoraggiano e lo sostengono in quello che è il suo sogno: “dare e ricevere amore” e comunicare a più gente possibile l’amore per la vita e la gioia di viverla, nonostante le avversità.
Nelle sue canzoni tocca tematiche riguardanti interessi, problemi ed aspirazioni dei ragazzi della sua età, anche se arricchite di esperienze personali che, molte volte, gli fanno mettere in evidenza l’importanza di cose che per altri sono scontate, ma che per lui, che ha dovuto lottare in modo quasi disumano per riconquistarle, sono di estrema importanza e che gli fanno guardare la vita con una prospettiva diversa.